Home>News>Base di partenza per la diagnosi precoce del Parkinson

Base di partenza per la diagnosi precoce del Parkinson

30 marzo 2015

L’11 aprile è la Giornata mondiale del Parkinson. Oggi quando la malattia viene diagnosticata, il cervello ha già subito dei danni. A livello internazionale, la ricerca medica è impegnata nello ...

L’11 aprile è la Giornata mondiale del Parkinson. Oggi quando la malattia viene diagnosticata, il cervello ha già subito dei danni. A livello internazionale, la ricerca medica è impegnata nello sviluppo di test che permettano di riconoscere precocemente la malattia. Un contributo in questa direzione arriva da uno studio del Centro di Biomedicina dell’EURAC: i ricercatori hanno identificato tre molecole presenti a livelli elevati nel sangue dei pazienti affetti da Parkinson. Questa scoperta potrebbe diventare la base per lo sviluppo di un test diagnostico precoce.

Per poter sviluppare terapie sempre più efficienti per i malati di Parkinson, è molto importante diagnosticare precocemente la malattia, prima che compaiano i primi sintomi clinici e che sia arrecato danno al cervello. Oggi la malattia viene riconosciuta quando ormai è stata danneggiata gran parte dei neuroni di una specifica area del cervello: la substantia nigra.
Nel corso di un nuovo studio i ricercatori del Centro di Biomedicina dell’EURAC hanno analizzato delle particolari molecole del sangue, i cosiddetti micro RNA. Si tratta di molecole che svolgono funzioni importanti per il nostro organismo, tra cui quella di regolare geni collegati al Parkinson.
Nel loro studio i ricercatori dell’EURAC hanno dimostrato che tre specifici micro RNA sono espressi a livelli più elevati nel sangue di pazienti affetti da Parkinson rispetto a persone sane.
“Queste molecole sono indicatori che possono segnalare la presenza della malattia e potrebbero essere il punto di partenza per sviluppare un test per la diagnosi precoce basato sul prelievo di sangue”, spiega la biologa molecolare Christine Schwienbacher del Centro di Biomedicina dell’EURAC. “La realizzazione del test richiederà ancora molto tempo e lavoro da parte della comunità scientifica, ma siamo molto felici di aver contribuito”, conclude Schwienbacher.

Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rinomata rivista internazionale “Neurology”.

Link al video commento di Christine Schwienbacher

Contatto: Christine Schwienbacher, T +39 0471 055532

09.04.2015,

Media


CANALI

Tieniti aggiornato